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Il segmento testuale La Critica è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 16Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 39

Brano: [...]furono ospitati sul « Lavoro » di Genova.

Dal 1906 diresse la sezione italiana della rivista internazionale Les cinq langues, scrisse racconti e articoli di varia umanità anche in riviste a larga diffusione, quali « La Lettura » e « Le vie d’Italia »; nel 1928 una sua recensione sul libro di J. Hasek, Le avventure del soldato Scwejik, allora proibito ma destinato a diventare famoso negli anni della libertà, ebbe l’onore di essere accolta da « La Critica », quando ormai non vi scriveva altri che Benedetto Croce con pochi amici.

Gli anni più fecondi deM’attività letteraria di B.A. sono quelli che vanno dal 1919, anno in cui apparve il suo studio su Caroline Schlegel, al 1933, anno di pubblicazione della Vita di Silvio Pellico; opera in cui l’Omodeo, in una recensione su « La Critica », vide la rivelazione di « un temperamento storico ». Infatti in quegli anni, oltre la monografia su Bettina Brentano (1927), in seguito alla quale conseguì la libera docenza in letteratura tedesca (1928),

B.A. scrisse i tre romanzi Quando non si sogna più (1920), Il domani dei baci (1922), La luce che torna (1925). Del primo di essi Piero Gobetti disse che era « opera di poesia », dalla quale avrebbe potuto sorgere « la nuova letteratura dei tempi ». Dopo il

1945 ha scritto il suo ultimo libro: Vecchie ville vecchi cuori, rievocazione storica e viaggio sentimentale attraverso la colli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 197

Brano: [...]mercio di Torino come ditta individuale il giorno 15.11.1933. I primi uffici furono aperti nello stesso palazzo in cui aveva avuto sede « L’Ordine Nuovo » di Antonio Gramsci.

I primi libri uscirono nel 1934: erano opere di economia e di politica, legate agli interessi de La Riforma Sociale, diretta da Luigi Einaudi (v.), la rivista dove più si dibattevano i problemi posti dalle iniziative di democrazia economica. La « Riforma Sociale », con « La Critica » di Benedetto Croce e « La Cultura», era tra le poche riviste non conformiste che si pubblicassero allora in Italia. La nuova Casa editrice la sostenne e ne accrebbe notevolmente la diffusione. Al gruppo di studiosi che facevano capo a Luigi Einaudi (tra cui Ernesto Rossi, il quale dal carcere inviava alla rivista lunghe lettererecensione) se ne affiancarono presto altri con cui il lavoro editoriale venne a poco a poco prendendo respiro.

« La Cultura »

Con Leone Ginzburg (v.) la Einaudi avviò l’impostazione della nuova serie della « Cultura », che, nelle intenzioni dei promotori, dovev[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 278

Brano: [...]ementi di accusa contro il papato quando gli eventi dimostreranno

che Mussolini non era stato per l'Italia « l'uomo della Provvidenza », ma l’uomo delle calamità e della vergogna.

S.Ca.

Laterza, Casa editrice

Fondata nel 1855 a Putiniano (Bari) da Vito Laterza, e dal 1889 trasferita nel capoluogo, la Casa editrice molto dovette all’opera di Benedetto Croce (v.) che, oltre ad affidarle la pubblicazione dei propri libri e della rivista La Critica, fondata nel 1903, fu prodigo di consigli e di introduzioni negli ambienti accademici e intellettuali dell’epoca.

Negli anni del fascismo il rapporto tra il filosofo liberale napoletano e l’editore barese continuò, assicurando alla Casa editrice la collaborazione di numerose personalità della cultura antifascista come Guido De Ruggiero, Luigi Russo, Adolfo Omodeo, Francesco Flora, Rodolfo Morandi, Aldo Capitini.

Nel generale squallore della situazione culturale del tempo, sotto la direzione di Giovanni Laterza la Casa editrice (che nondimeno aveva pubblicato anche le opere di Alfredo Or[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 351

Brano: [...]movimenti una convergenza di fatto, palese od occulta secondo i tempi e le circostanze, sia nel portare Mussolini al potere sia negli anni del regime. Al fascismo il movimento liberale diede anche alcune grosse personalità, provenienti dall’ala monarchica e nazionalista, a cominciare dal filosofo Giovanni Gentile (v.). Di formazione liberale erano molti degli intellettuali assimilati dal fascismo, alcuni dei quali operanti attorno alla rivista « La Critica » di Benedetto Croce (v.), che tanta influenza ebbe negli anni Venti del secolo.

Il liberalismo di Gobetti

Il patrimonio progressista del liberalismo fu abbandonato o distolto dal movimento reale. Spettò a un giovane liberale di alta levatura morale e intellettuale cercare di

351



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 100

Brano: [...]o dell’Aventino, e che si sarebbe manifestata ancora nell’esilio.

La definizione nei confronti del fascismo (dato lo sbocco dittatoriale e demagogico di quest’ultimo, in simbiosi con lo Stato monarchico) era stata relativamente più facile e in certo senso fisiologica, almeno per i repubblicani di sinistra. La stessa elaborazione teoricopratica implicita ma anche esplicita nell’opera di Zuccarini, quindi nell’impianto e messaggio della rivista La Critica politica (19201926), conduceva potenzialmente a un avvicinamento

del “nuovo repubblicanesimo” ad alcune punte teoricopolitico più radicali del nuovo antifascismo (Piero Gobetti e Guido Dorso).

Il nuovo repubblicanesimo prendeva atto della degenerazione estrema e in un certo senso “necessaria” dello Stato monarchico, e di qui motivava il superamento dei connotati e liberali e fascisti della sua compagine, per derivarne i motivi di una democrazia repubblicana aperta alle istanze autonomistiche, e da queste caratterizzata, come alle istanze popolari. In questo senso la linfa profonda (mora[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 558

Brano: [...]ne sfollò in Val di Non. All’indomani della Liberazione divenne segretario provinciale dei poligrafici e cartai di Bolzano, ma si dimise dal P.C.I. (del quale non condivideva la politica regionale) per passare nelle fila della Sozialdemokratische Partei Sudtirols.

Flora, Francese®

N. a Colle Sannita (Benevento) il 27.10.1891, m. nel 1962; critico letterario e scrittore.

Di orientamento liberale, dal 1933 fu redattore capo della rivista “La Critica” diretta da Benedetto Croce e punto di riferimento per molti giovani intellettuali antifascisti in



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 730

Brano: [...]i un profondo rinnovamento,, come reazione contro il piatto positivismo e l’esangue riformismo. Inevitabile come espressione della crisi della società italiana, la crisi della cultura non aveva però trovato uno sbocco che la collegasse con forze reali capaci di arrestare il processo di dissoluzione della società nazionale e di rigenerare la sua fibra. Il segno deH’idealismo sotto il quale si era sviluppata la reazione antipositivista iniziata da La Critica di Benedetto Croce, e che aveva contrassegnato le più vivaci riviste dell'anteguerra a livello della cultura militante, come Leonardo, Hermes, L'Anima, La Voce, Lacerba, favoriva oggettivamente und indiscriminata disponibilità verso tutte le avventure spirituali, dava impulso alla dispersione e aH’isoIamento. In questo senso non ha forse grande importanza che Mussolini abbia collaborato a suo tempo a « La Voce »

o che abbra letto e recensito Le riflessioni sulla violenza di Georges Sorel (v.) ; conta di più l’atmosfera culturale in cui una organica inquietudine, pur nell’onestà di certe in[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 722

Brano: [...]a, è contenuta nell’opera Materialismo storico ed economia marxista. Già in questi primi studi è presente un elemento che avrà un seguito importante negli sviluppi della cultura italiana: il rifiuto della cultura positivistica, tipica della democrazia borghese, si accompagna a un’interpretazione antidemocratica del socialismo marxistico, inteso come mera affermazione della forza dominatrice della storia, cui sì rifiuta un’intrinseca razionalità. La critica marxista della democrazia ha qui la sua prima utilizzazione di destra. E Croce incoraggia, negli anni che vanno dal 1900 al 1914, gran parte delle correnti irrazionalistiche che. nell'idealismo de La Critica (la rivista fondata nel 1919 insieme a Giovanni Gentile) vedono l’ispirazione prima della loro polemica sempre più incalzante.

Croce presenta al pubblico italiano Alfredo Oriani, che Mussolini considererà più tardi suo precursore, e Georges Sorel, le cui «Considerazioni sulla violenza » sono uno dei testi fondamentali dell’ irrazionalismo europeo. E fa sue nella sostanza anche le teorie politiche di Vilfredo Pareto e Gaetano Mosca, altri rilevantissimi esempi di utilizzazione antidemocratica del marxismo. Sul terreno più strettamente politico, Croce proclama nel 1911 la « morte del sociali[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 567

Brano: [...]e un neretto senza titolo: invito ai giovani socialisti a leggere la stampa dèi loro movimento per « controllarne la direttiva e aiutarne il sempre miglior sviluppo » (fine col. 4). Terza pagina: « Due inviti alla meditazione », cappello in corsivo, scritto da Gramsci — vi manca una riga, saltata dal tipografo — per presentare due brani di Croce e di Carlini (col. 1); « La religione », brano di Croce apparso l'anno precedente nella sua rivista « La Critica » (Benedetto Croce è presentato come « il più grande pensatore di Europa in questo momento »); « Che cos’è la vita », brano riprodotto dà Avviamento allo studio della filosofia, un libretto di Armando Carlini « che si consiglia vivamente di leggere e di meditare » (col. 13); seguono « Margini », nove piccole note in corsivo, con qualche riga censurata (col. 34). Quarta pagina: continuazione di « Margini » (col. 1); « Modello e realtà », articolo con 43 righe censurate (col. 12); un breve corsivo, senza titolo, sul modo di fare un giornale (fine col. 2); un modulo, su due colonne (col. 34), in[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 296

Brano: [...] dei signorotti, che i figli poi aborrirono sempre, facendosi socialisti o comunisti; il nonno materno, dal canto suo, lasciò alla famiglia una ricca raccolta di scrittori illuministi.

Contribuì anche alla formazione spirituale di Luigi Russo l’acquisizione, avvenuta per tempo, di un fervido sentimento laico della vita e della cultura.

Qui entrarono in gioco i suoi rapporti con

lo zio prete, il quale, vedendolo « appassionato lettore della Critica, lo consiglia di sentire anche l’altra campana, di leggere cioè la Civiltà Cattolica, ma il nipote gli risponde che quella campana è troppo vecchia e anche un po' fessa ».

Lo zio, nonostante se ne avesse a male, lasciò correre; ma i suoi rapporti con il nipote peggiorarono in seguito a un « fatto grave » avvenuto in occasione delle elezioni del 1912: il giovane universitario fu invitato ad arringare la folla dei democratici entusiasti per la vittoria, e ciò fece dal balcone della

casa di una sua sorella, che era di rimpetto a quella dello zio, sostenitore del candidato governativo perde[...]

[...]e dello storicismo crociano rifacendosi maggiormente alla lezione di Gaetano De Sanctis; accentuò nel suo insegnamento il motivo eticopolitico e civile, interpretando poeti e scrittori nella totalità della loro espressione; promosse il concetto e la funzione della cultura, che concepiva non come astratto sapere, ma come problematica che scaturisce dal reale e al reale ritorna illuminandolo; si fece maestro di vita a quanti propendevano a fare della critica una forma di azione, un metodo di lotta, una superiore direzione dello svolgimento storico. Tutto ciò egli realizzò, di là dall’ambiente scolastico, dove formava uomini coscienti e avviava i migliori alla vita letteraria, mediante la successiva direzione di due riviste: Leonardo (192529) e La Nuova Italia (193031).

Il suo « discorso si ricollegava con quello di Croce a Napoli, di Gobetti a Torino ». Difendendo la cultura egli difendeva la dignità e la libertà del l’uomo e riaffermava « la libera coscienza della nazione ». Attaccò il mito trionfante dell'ignoranza, comodo al regime che da t[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La Critica, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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